Come probabilmente sapete, da un po' di tempo il direttore del TG1 Gianni Riotta conduce la rubrica settimanale sui libri "Benjamin" appendice dell'edizione domenicale del Telegiornale.
Avevo già osservato che, da bravo direttore, avrebbe fatto molto meglio ad affidare la rubrica a qualcun'altro di maggior spessore piuttosto che curarla personalmente, ma oggi se ce n'era bisogno ho avuto la conferma definitiva.
La rubrica, che in tutto dura 5 minuti scarsi, inizia con la consueta marchetta questa volta dedicata alla biografia di Mike Bongiorno. Non è mancata l'intervista al protagonista che per l'ennesima volta ha ricordato davanti alle telecamere la sua venuta in Italia da bambino a seguito del crollo della borsa nel 1929, il suo esordio come galoppino per la Stampa, la sua liberazione ad opera degli Americani e tutte le altre avventure che nelle ultime settimane ci ha fatto imparare a memoria.
A seguire, Riotta ha lanciato un servizio sull'editoria Italiana in cui vari addetti del settore denunciano la grande quantità di "spazzatura" che ogni anno viene pubblicata in Italia; nello stesso servizio il responsabile del supplemento "Domenica" del Sole 24 Ore Riccardo Chiaberge critica quello che chiama "turbo marketing" ovvero la promozione dei titoli attraverso potenti apparati pubblicitari anzichè la critica.
Per un ascoltatore qualunque come me non è stato difficile fare due più due. Non per il buon Riotta il quale ha chiuso la rubrica con una buona dose di faccia tosta: "chi detesta il turbo marketing dei libri denunciato da Riccardo Chiaberge segua Benjamin".
Caro Riotta, dubito capiterà un'altra volta che io riguardi la sua rubrica, ma nel malaugurato caso che lo zapping mi riporti sul primo canale proprio in quell'ora per cortesia eviti di farmi andare di traverso il pranzo. Non ci racconti frottole, lei fa marchette e non critica. E ci faccia una cortesia, affidi la sua rubrica a qualcuno con più spessore di lei, nell'attesa che in alto facciano la stessa cosa col suo telegiornale.
1 commento:
Salve,
sono capitato sul suo blog cercando su Google l'indirizzo della redazione di Riotta a cui voleve comunicare il mio disappunto per quella infelice puntata.
Sono pienamente d'accordo con la sua analisi.
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